Falcata (spada)
Falcata Makhaira hispanica | |
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Falcata del IV secolo a.C. | |
Tipo | Spada |
Origine | Penisola iberica Repubblica romana |
Impiego | |
Utilizzatori | Celtiberi Esercito romano Cartaginesi |
Produzione | |
Progettista | Celtiberi |
Descrizione | |
Lunghezza | ca. 60 cm |
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La falcata era una spada usata nell'Antichità dagli Iberi e i Celtiberi, popoli della Penisola iberica. Arma monofilare a lama ricurva, tagliente sul lato concavo, derivò quasi certamente dal makhaira degli Antichi Greci dal quale si differenzia però per l'utenza legata ai reparti di fanteria invece che di cavalleria.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La falcata fu probabilmente introdotta nella penisola iberica dai Greci, infatti è possibile notare una forte somiglianza tra la makhaira greca e la falcata, tuttavia non si sa se il ferro fosse il primo materiale usato o se fosse stato portato dai Celti. Dall'evoluzione diritta della falcata nacque il gladius hispaniensis, il celebre gladio romano, che non fu qualitativamente pari alla falcata, che veniva realizzata con una primitiva forma di damaschinatura.
Nome
[modifica | modifica wikitesto]La storiografia classica non ci ha tramandato un nome specifico per la falcata in uso agli ispanici: le fonti ricorrono unicamente al termine machaera Hispana. Il nome "Falcata" venne arbitrariamente inventato dallo storico Fernando Fulgosio alla fine del XIX secolo a partire dal vocabolo latino falcatus, lett. "simile ad una falce".
Costruzione
[modifica | modifica wikitesto]Il makhaira sviluppato dai Celtiberi era caratterizzato da:
- Lama monofilare ricurva, tagliente sul lato concavo, allargantesi in prossimità della punta, molto pronunciata. Veniva realizzata con ferro di buona qualità, pare con una forma primitiva di damaschinatura;
- Impugnatura ad una mano, con guardia e pomolo piegantesi l'una verso l'altro. In alcuni casi, una linguetta metallica collegava guardia e pomolo in una primitiva forma di arco para-mano. Il pomolo aveva solitamente forma di testa di cavallo o di uccello. Poteva essere realizzata in legno, osso o altri materiali.
La falcata veniva portata in un fodero assicurato al corpo del guerriero da una cinghia passante trasversalmente sul tronco del portatore, assicurata alla sua spalla. Si trattava di un'arma di dimensioni contenute, 60 cm di lunghezza totale negli esemplari più grandi.
Note
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aranegui, C. (1992) [e] De Hoz, J, Una falcata decorada con inscripción ibérica. Juegos gladiatorios y venationes, in Homenaje a Enrique Pla *Ballester : Trabajos Varios del SIP 89, pp. 319–344.
- Cuadrado Díaz, E. (1989), La panoplia ibérica de “El Cigarralejo” (Mula, Murcia), in Documentos, Serie Arqueología, Murcia.
- Nieto, G. (1970) [e] Escalera, A., Estudio y tratamiento de una falcata de Almedinilla, in Informes y trabajos del Instituto de Restauración y Conservación, n. 10.
- Quesada Sanz, F. (1990a), En torno al origen y procedencia de la falcata ibérica, in Archivo Español de Arqueología, n. 63, pp. 63–95.
- Quesada Sanz, F. (1990b), Falcatas ibéricas con damasquinados en plata, in Homenaje a D. Emeterio Cuadrado, Verdolay, 2, pp. 45–59.
- Quesada Sanz, F. (1992a), Arma y símbolo: la falcata ibérica, Instituto de Cultura Juan Gil-Albert, Alicante.
- Quesada Sanz, F. (1992b), Notas sobre el armamento ibérico de Almedinilla, in Anales de Arqueología Cordobesa, n. 3, pp. 113–136.
- Quesada Sanz, F. (1994), Máchaira, kopís, falcata in Homenaje a Francisco Torrent, Madrid, pp. 75–94.
- Quesada Sanz, F. (1997a), Algo más que un tipo de espada: la falcata ibérica, in La guerra en la Antigüedad : Catálogo de la Exposición, Madrid, pp. 196–205.
- Quesada Sanz, F. (1997b), El armamento ibérico. Estudio tipológico, geográfico, funcional, social y simbólico de las armas en la Cultura Ibérica (siglos VI-I a.C.), Montagnac, 3. ed. Monique Mergoil.
- Quesada Sanz, F. (1998), Armas para los muertos, in Los íberos, príncipes de Occidente : Catálogo de la Exposición, Barcellona, pp. 125–31.
Voci correlate
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